Che ci piaccia festeggiare non è un segreto, del resto abbiamo deciso di trasformare questa nostra passione in un lavoro, al servizio dei momenti più speciali e indimenticabili della vita delle persone, che si tratti di un matrimonio, di un importante evento aziendale, di un compleanno, di una festa di laurea o anche solo di una serata con gli amici il nostro obiettivo è far stare bene le persone, farle divertire, farle emozionare e deliziare i loro palati.

Si dice che non si possa mangiare bene se non si beve bene e ne siamo profondamente convinti.

Per bere bene non ci riferiamo solo al mondo del vino, non ci si deve limitare alla scelta delle migliori cantine ed annate, la qualità dei prodotti è fondamentale anche quando parliamo di cocktails e aperitivi.
L’importante a nostro avviso è bere bene senza dimenticare di essere sempre responsabili, perché divertimento non è sinonimo di esagerazione, ma bensì di uno spirito spensierato e sano, consapevole ed attento.

Il mestiere del bartender è una forma d’arte del resto, ci vuole grande conoscenza delle tecniche e delle materie prime, ci vuole abilità, ci vogliono doti relazioni non indifferenti e sicuramente una grande passione.
Ci piacerebbe raccontarvi in questo spazio, attraverso una nuova rubrica, un po’ di storia ma soprattutto le ricette per i cocktails che preferiamo e per l’occasione ci affidiamo alla professionalità ed esperienza del nostro barman per eccellenza, Tobia Chignoli, uno dei nostri collaboratori più fidati che ha da poco terminato un lungo percorso di formazione proprio dedicato a questo mestiere.

Per cominciare abbiamo deciso di partire dall’inizio, dallo Spritz Veneziano, l’aperitivo simbolo italiano, ormai famoso in tutto il mondo.
Ne esistono moltissime varianti ma le sue origine non sono del tutto italiane… Risalgono infatti alla dominazione Austriaca nel Lombardo-Veneto fra il ‘700 e l’800: i soldati asburgici ritenevano troppo forti i vini veneti per il loro palato e quindi li allungarono con l’acqua gassata… dal tedesco “spritzen”, ovvero spruzzare, nacque l’antenato dello spritz.
Nei primi del ‘900 con l’introduzione dei sifoni per il Selz si ebbe l’alternativa all’acqua gassata, ancora oggi in molte parti del Friuli lo spritz segue questa ricetta originale, ma solo negli anni ’20 compare lo spritz come lo conosciamo noi, macchiato con bitter.
Ogni città ha il suo must: a Padova si macchia con l’Aperol, a Venezia la tradizione vuole il Select.
La ricetta è gelosamente custodita dai veneziani ma si è ormai diffusa a livello mondiale fino ad essere inserita negli elenchi dell’IBA (International Bartender Association)
Le varianti sono le più colorate e per i palati più disparati, Campari, Cynar, misto…ma anche il vino fa la sua parte: Treviso usa il Prosecco, Padova il Bianco frizzante, Venezia il Bianco fermo e in Friuli è rigoroso il Tocai Friulano.
Ma qual è la ricetta che tutti noi dobbiamo conoscere?

SPRITZ VENEZIANO
Decodificata dall’IBA, è classificato come sparkling cocktail, da preparare con tecnica build:
6 cl Proseco
4 cl Aperol
Splash di soda water
Versare gli ingredienti in un tumbler medio pieno di ghiaccio, miscelare e decorare con una fetta d’arancia.

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